La tendenza tra gli attori di teatro è attribuire maggiore importanza alla propria voce a discapito del corpo. Nel metodo Suzuki si lavorano entrambi ai massimi livelli.
Capita spesso di assistere a spettacoli teatrali in cui ad una grande idea visuale incarnata da attori dalla fisicità plastica e prorompente non faccia poi seguito una altrettanto potente vocalità. Succede così che il castello di immagini costruito nei primi momenti dello spettacolo – che di norma genera grandi aspettative nel pubblico – crolli non appena il primo attore inizia a parlare.
Negli spettacoli diretti da Tadashi Suzuki questo non accade: a corpi dalla grande potenza corrispondono voci altrettanto energiche e solide. Come ciò sia possibile è la diretta conseguenza del metodo di training. Ma per essere realmente in grado di controllare con maestria la propria voce sono necessari anni di pratica e il confronto diretto con il pubblico sul palcoscenico.
Due settimane di training aiutano gli allievi ad avvicinarsi a questo mondo, ma sarà la loro pratica artistica a portarli davvero ad esplorare le potenzialità espressive della propria voce e del proprio corpo, lavorando indipendentemente su ciascuno di essi al massimo livello possibile, grazie al metodo creato dal M° Suzuki